LA STORIA

Una storia lunga più di 200 anni

Un luogo unico, uno strato roccioso definito Stratotipo del Priabobiano individuato proprio nel territorio del comune di Monte di Malo (VI): è questo il cuore del Museo, ed è anche il punto da cui inizia la nostra storia.

1983

Tutto inizia da questa data, la fatidica data nella quale i due geologi parigini Ernest Munier-Chalmas e Albert De Lapparent propongono l'istituzione del piano geologico Priaboniano. L'articolo scientifico che lo sancisce compare nel Bollettino della Società Geologia Francese (Bull. Soc. Géol. France, 3 S. pag. 477. Paris 1893) nel quale viene riportato: "Per evitare ogni discussione e ogni confusione cercheremo nella regione mediterranea un corrispondente nummulitico dell'Eocène superiore del Nord. Dal nome di Priabona, nei Lessini, dove gli strati dell'Eocène superiore assumono un interessante sviluppo, noi ricaveremo il nome di Priaboniano."

1990

Ma bisogna aspettare il 1990, anno in cui correva il centenario della classificazione dello Stratotìpo del Priaboniano, per veder nascere il Museo nella sua forma iniziale che, pur se modesta, offriva al visitatore una chiara panoramica degli eventi geo-paleontologici che caratterizzarono i periodi di tempo che vanno dal Cretaceo al Miocène (65 – 10 M. a. fa).

2004

Nel 2004 viene aggiunta un’ulteriore piccola sala dedicata al naturalista Aldo Allegranzi.

Nella sala si possono osservare i mutamenti e le trasformazioni del nostro territorio in uno spazio di tempo molto più vicino a noi: pochi ma significativi reperti, accompagnati da pannelli, disegni ed illustrazioni, offrono infatti una panoramica del Quaternario (da 2,6 milioni di anni fa, fino ad oggi) epoca che coincide con la comparsa dell’uomo sulla terra.

2006

Viene inaugurata una terza sala, dedicata al Dr. Andrea Rigoni, con coloratissime illustrazioni e stupendi reperti, descrivono “il nostro ambiente” durante il periodo oligocènico (36 – 24 M.a. fa).

Frutto di tutto ciò, è lo studio condotto dal Prof. Andrea Tintori, dal Dott. Paolo Gentile e dalla Dott.ssa Lucia Lops dell’Università Statale di Milano.

Dall’esame scrupoloso di numerosi denti di pesci ed altri fossili quali coralli, alghe, spugne, rudiste ecc. in gran parte raccolti nel territorio locale, sono risaliti alle specie d’appartenenza e quindi all’ambiente che li ospitava: un clima tropicale, con un mare dalle acque limpide e poco profonde, cosparso di isolotti vulcanici attorno ai quali alghe e coralli costruivano le loro barriere.

In questo habitat, frequentato sporadicamente da qualche splendido esemplare di squalo, vivevano e trovavano rifugio crostacei, molluschi e numerose varietà di pesci d’ogni colore, forma e dimensione.

Accipicchia… che meraviglia” scrisse la Dott.ssa Lucia Lops nella propria tesi di Laurea.

Oggi

Il museo espone e raccoglie numerosi reperti paleontologici, tra cui alcune rarità e pezzi unici a livello europeo: bivalvi, gasteropodi, foraminiferi, spugne, coralli, briozoi, denti di pesce cenozoici oltre che vertebrati dell’ultimo periodo glaciale.

E poi rocce, tempo geologico, fossili, il carsismo del Buso della Rana. Fra i reperti più interessanti vi sono un rarissimo cranio fossile di ghiottone pleistocenico, uno scheletro fossile di alce femmina con il piccolo, il legno fossile di Ficus più antico d’Europa e una nuova specie di granchio scoperta di recente.

Queste preziose collezioni trovano il loro spazio in quattro nuovissime sale appositamente allestite e ospitate dal 2018 nel nuovo edificio, comodamente raggiungibile e accessibile. Dal Passo di Priabona (dove sorge il Museo) la vicina grotta del Buso della Rana e lo splendido Altopiano di Faedo, con le numerose possibilità escursionistiche, completano l’offerta didattica territoriale.

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