Approfondimenti

SPHAEROMA GASPARELLAI: Arrotolato nella fredda pietra

Situata lungo il versante sud-occidentale dei Monti Berici (Orgiano, Vicenza), la Collina di San Feliciano è conosciuta soprattutto per le sue cave di marmo. Ma la fredda pietra della zona aveva in serbo altre sorprese quando nel 1911 venne rinvenuto il fossile di un granchio estinto (Phlyctenodes dalpiazi), attualmente conservato nella collezione paleontologica dell’Università di …

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Monte di Malo nel Priaboniano (tardo-Eocene) con Otodus sokolovi, Prototherium, Prevolitans e altre creature marine-Fumetti Fossili

PRIABONA… NEL PRIABONIANO: Com’era Monte di Malo 35 milioni di anni fa?

Adagiato sulla dorsale collinare che separa la Val Leogra dalla Valle dell’Agno, Monte di Malo è il tipico comune italiano della provincia di Vicenza con le sue frazioni e le sue contrade.

Ma se qualcuno avesse ripercorso il passato preistorico della zona, ad un certo punto, si sarebbe ritrovato a nuotare tra squali mostruosi, placidi sirenidi e un’incredibile fauna che cercava di sopravvivere in un territorio che stava lentamente emergendo dalle acque di un antico mare.

L’ALCE OLIVIA: Dalla terra dei bisonti al museo del Priaboniano

Nel 1957, alcuni scavi portarono al ritrovamento di uno scheletro pressoché intatto di una femmina di alce vissuta attorno attorno ai 50 mila anni fa, durante il Pleistocene.
La scoperta avvenne in una cava situata presso Monte di Malo, dove erano già emerse alcune ossa fossili appartenute a una bestia dei climi rigidi quale il bisonte della steppa: ciò testimonia gli effetti su larga scala dell’ultima glaciazione che quell’esemplare di alce, oggi nota con il soprannome di Olivia, e molti altri animali assistettero nelle terre che avevano da tempo soppiantato le distese d’acqua priaboniane.
Ma, com’è emerso dallo studio dei reperti a disposizione e dal confronto con i suoi simili oggi relegati alle foreste boreali dell’emisfero settentrionale, Olivia aveva in serbo ancora altri segreti con grande stupore degli scienziati.

PREVOLITANS FAEDOENSIS: Il misterioso pesce della Val Faeda

Lungo le valli di Monte di Malo (Vicenza), un sentiero d’acqua scorre placidamente e uno studente universitario di origini francesi è giunto sin qui in cerca di fossili.
Il suo intuito ha permesso alla paleontologia di rivelare l’esistenza di un nuovo e inaspettato abitante di uno scenario impensabile per l’Italia settentrionale come quello che si presentava durante il tardo Eocene, nell’età priaboniana.
Il nome di questa creatura: Prevolitans faedoensis.

LUPO GRIGIO: Ululati da un mondo ghiacciato

Agendo in branco, i lupi grigi sono tra i maggiori predatori al vertice delle foreste e delle montagne europee, ricoprendo in tali ambienti un ruolo ecologico tutt’altro che indifferente e tenuto sotto costanti studi scientifici.
Ma non sempre è stato così: durante il periodo delle grandi glaciazioni, questi carnivori dovevano confrontarsi con altri animali adattatisi a quelle condizioni ambientali così estreme ed ora ormai estinti.
Invece, i lupi sono riusciti ad arrivare fino ai tempi odierni, sebbene le difficoltà per anch’essi non siano mancate lungo il loro percorso.
Con Fumetti Fossili e Biosphaera ripercorreremo non solo la storia ma anche la preistoria del lupo grigio attraverso anche il ritrovamento di alcuni fossili da una cava del Comune di Monte di Malo e ora custoditi presso il museo del Priaboniano, a testimoniare un passato in cui questa località si ritrovava ai margini di un vasto ghiacciaio.
Un tempo in cui erano gli ululati a scuotere il silenzio di quelle lande innevate.

Bisonte della steppa (Bison priscus)

BISONTE DELLA STEPPA: Quando l’era glaciale giunse a Monte di Malo

Nel Pleistocene si assistette alla periodica avanzata dei ghiacciai che, a più riprese, contribuirono a plasmare il paesaggio circostante. Nel corso di queste fasi glaciali, vaste aree del Nord Italia, così come in altre parti d’Europa, furono soggette a sostanziali ricambi faunistici nei propri ecosistemi: animali che solitamente prediligevano temperature più miti come il rinoceronte di Merck si ritrovarono, infatti, a dover migrare verso sud e al loro posto si stabilirono altre specie in grado di resistere a condizioni climatiche così rigide, come il mammut e il rinoceronte lanoso.
Anche un altro grande mammifero che si adattò perfettamente a resistere alle rigide condizioni climatiche portate dalle glaciazioni fu il bisonte della steppa (Bison priscus), che trovò anche nelle località vicentine terreni ideali dove poter pascolare fino a diventare l’erbivoro predominante di quelle radure.

OTODUS SOKOLOVI: Il grande squalo dei mari priaboniani

35 milioni di anni fa, nell’ultima fase del periodo Eocene chiamato Priaboniano, un mare poco profondo ricopriva i territori dell’Italia settentrionale e soltanto alcune isole affioravano dalle onde. Sotto queste acque si nascondeva uno dei più grandi squali predatori mai esistiti nonché uno dei carnivori efficienti di quell’epoca: Otodus sokolovi.

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